Lectio Divina Quotidiana / Venerdì della V settimana di Quaresima

Lectio di  Fra Tommaso Cosentini

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Dal Vangelo secondo Giovanni 10,31-42

Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: «Tu bestemmi», perché ho detto: «Sono Figlio di Dio»? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Medita

Intorno alle quantomeno ardite parole “Io ho detto: voi siete dei” ruota questo episodio del Vangelo di Giovanni. In quale misura è vera e plausibile questa affermazione? Certamente l’uomo non è come Dio Padre creatore onnipotente e datore di vita: il nostro limite si manifesta con molta chiarezza nella precarietà fisica e nella morte. Certamente l’uomo non è come Dio Figlio, Sapienza infinita: il nostro limite si dimostra quando ogni nuova conoscenza umana sposta sempre più in là gli orizzonti della completa comprensione: la pandemia in corso evidenzia quanto a fatica siano controllabili le forze della natura. Giovanni ci indica la dimensione divina di cui invece siamo parte: Dio Spirito Santo, principio di vita presente in ogni uomo, che ci rende capace dei segni dell’amore. L’uomo che fatica per diventare onnipotente o onnisciente è ridicolo e condannato al fallimento ed a una vita infernale, ma l’uomo che ama realizza per sé e per il prossimo la dimensione del Paradiso fin dall’esperienza terrena. Alla Chiesa è in ogni tempo affidata la buona notizia che questa forma di beatitudine è alla portata di ogni uomo che grazie all’azione dello Spirito Santo non teme, amando, di perdere la vita, ma sa di acquistarla.

Prega

Signore, senza di Te non posso fare nulla: aiutami a credere fino in fondo e fino alla fine all’opera del tuo Spirito di amore, che mi renda capace di perdonare le offese ricevute, di combattere senza paura le ingiustizie e di avere premura e attenzione per i bisogni del mio prossimo.

Agisci

Rinuncio a ogni delirio di onnipotenza. Rinuncio alla pretesa di comprendere tutto. Accolgo lo Spirito Santo vivente che in ogni momento mi insegni quali sono le opere d’amore da compiere verso Dio, me stesso ed il prossimo.