Lectio del diacono Vincenzo Focaroli
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Gli scribi e i farisei conoscevano bene la legge di Mosè e la mettevano in pratica con puntigliosità, fino a tradirne il senso. Erano maestri nel moltiplicare le norme derivanti dall’interpretazione, la cosiddetta giurisprudenza. Il loro modo di agire mirava ad essere irreprensibili agli occhi degli uomini, ma il loro cuore era lontano dalle loro azioni. Erano così sicuri di stare nel giusto, quasi a mettere Dio in debito verso di loro. Ecco la frizione con Gesù. Gesù non si accontenta del rispetto della norma, Gesù vuole un comportamento che superi la norma. Gesù non si accontenta dell’apparenza, Gesù vuole la condivisione del cuore, il superamento della norma. Avete inteso che fu detto […], ma io vi dico. Non basta rispettare la norma, dobbiamo fare a meno di essa. Se amiamo il nostro fratello non abbiamo bisogno della norma che disciplina l’omicidio, l’adulterio, il furto. Le leggi sono date per mettere riparo alla durezza del nostro cuore. S. Agostino dice: ama e fa ciò che vuoi. Chi ama non ha bisogno di norme che dicano come bisogna comportarsi.
O Signore fa che mi innamori della tua legge che si riduce ad un solo precetto, quello di amare Dio e il prossimo e non necessita di norme ulteriori.
Non accontentiamoci di conoscere la norma ma sforziamoci ad agire con giustizia, cosicché possiamo fare la nostra offerta all’altare con cuore libero.