Lectio di Fra Aldo La Neve Ofm
Dal Vangelo secondo Luca 6,36-38
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Queste parole di Gesù nel Vangelo secondo Luca vengono dopo le Beatitudini (6, 20 ss.): si tratta di parole autorevoli, esigenti, che indicano la strada ai discepoli (“A voi che ascoltate io dico…” 6,27).
Di fronte a questa misura alta del Vangelo di solito restiamo sbigottiti e pensiamo di non poter riuscire, affermiamo che il Vangelo è difficile! Proviamo, piuttosto, a considerare che il Vangelo è bello! Sì, le parole di Gesù sono parole belle, buone, che rendono bella, buona la vita!
Ascoltiamole ancora, le Sue parole, nel silenzio del cuore, tratteniamole sulle nostre labbra: “Siate misericordiosi… non giudicate… non condannate… perdonate… date…”; ripetiamole più volte, con calma, accogliamole non come comandi che ci sono imposti, ma come parole che ci donano il senso della vita! Il parlare di Dio è un creare: “Sia la luce… sia il firmamento… la terra produca germogli…” (cfr. Gen 1). Sì, quando Lui parla fiorisce la vita! Così, queste parole di Gesù non ci indicano solo un obiettivo da raggiungere, ma ci donano la grazia e la forza dello Spirito; la parola di Gesù è detta con la potenza dello Spirito Santo e sarà Lui a compiere la sua opera in noi.
Ci è data la possibilità di credere, di accogliere, di fare spazio, di allargare il cuore, gli orizzonti.
A te dico: “Vuoi anche tu, come Maria, aderire con il cuore e dire il tuo sì a questa parola?”.
“Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace: dov’è odio, ch’io porti amore; dov’è offesa, ch’io porti il perdono; … dov’è tristezza, ch’io porti la gioia; dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. … Che io non cerchi d’essere compreso, ma di comprendere, di essere amato, ma di amare. Poiché è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, …” (preghiera attribuita a s. Francesco d’Assisi).
Posso fare esperienza concreta della Misericordia del Padre accostandomi al Sacramento della riconciliazione per poi donare quanto ho ricevuto, avendo cura di vivere il tempo non tanto come cose da fare quanto come opportunità di incontrare gli altri con misericordia e pazienza.