Lectio Divina Quotidiana / Lunedì della terza settimana di Quaresima

Lectio di Silvia Di Donna

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Dal Vangelo secondo Luca 4,24-30

Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Medita

Gesù nella sua predicazione scardina le certezze di chi lo ascolta in sinagoga e di chi lo segue ancora oggi, il suo annuncio che tenta di avvicinarci alla realtà di Dio spesso non è compreso e accettato. “Nessun profeta è ben accetto in casa sua” con questa frase ammonisce il popolo di Israele chiuso alla parola dei profeti ed in particolare la comunità di Nazareth incapace di accettare la nuova immagine di Dio di cui è annunciatore. Gesù si serve di queste due storie ben conosciute dell’Antico Testamento quella di Elia che fu mandato dalla vedova straniera di Sarepta (1 Re 17,7-16) e quella di Eliseo che fu mandato ad occuparsi di uno straniero della Siria (2 Re 5,14) per farci riflettere sulle nostre chiusure e aiutarci a comprendere l’universalismo di Dio. Inaspettatamente infatti la salvezza viene accolta da chi è più lontano e nelle situazioni che ci sembrano meno appropriate, è questo il caso della vedova che si fida del profeta Elia o del generale pagano Naaman. Il messaggio di un Dio che oltrepassa i limiti della razza, la cui misericordia si estende oltre i confini d’Israele e si apre gli emarginati e a tutta l’umanità è qualcosa d’incomprensibile per gli abitanti di Nazareth tanto che arrivano a voler uccidere Gesù. Egli continua però il suo cammino che lo porterà fino alla Pasqua, fino a noi e oltre noi.

+ Abbiamo un animo aperto che permetta di riconoscere Dio nella nostra esistenza e che operi anche oltre i confini della nostra comunità? O piuttosto assomigliamo ai Nazaretani?

 

Prega

Signore aiutami a percepire il tuo passaggio nel mia vita, nelle parole che ascolto, nelle persone che incontro, siano esse vicine o distanti da me.

Agisci

C’impegniamo a seguire la volontà di Dio aderendo al suo progetto per la nostra vita, a comprendere chi sono gli esclusi che dovremmo accogliere nella nostra comunità